l’ICA è un indicatore utilizzato per valutare la crescita degli animali da allevamento, come bovini, suini e ovini e tiene conto di fattori come la produttività, la salute e il benessere, i costi dell’alimentazione e dei medicinali degli animali, il prezzo di mercato della carne e degli altri prodotti derivati. L’ICA misura anche la quantità di alimenti che un animale deve consumare per aumentare di peso o produrre una determinata quantità di latte o di uova.
L’ICA può avere un impatto significativo sui costi di produzione degli allevamenti, poiché il costo dell’alimentazione degli animali rappresenta oggi una delle maggiori spese che gli allevatori devono affrontare, incidendo con percentuali molto significative (60-70%) sui costi complessivi sostenuti dai produttori.
un miglioramento dell’ICA di soli 0,1 punti può ridurre la quantità di alimenti necessari per produrre un chilo di carne di circa il 2-3%, mentre un miglioramento dell’ICA di 0,2 punti può ridurre la quantità di alimenti necessari del 5-6%.
Un controllo climatico efficiente aiuta a ottenere un indice ICA efficiente. Temperatura, umidità, ventilazione e luce, all’interno dei capannoni di allevamento, influiscono sulla produttività degli animali e sulla quantità di alimenti necessari per ottenere un determinato risultato. In questo modo, gli allevatori possono aumentare la loro redditività, migliorando al contempo la salute e il benessere degli animali e la qualità dei prodotti alimentari.
L’ICA non è regolamentato da una legge specifica, ma è uno strumento utilizzato nel settore zootecnico per monitorare e valutare la crescita degli animali da allevamento. Sviluppato da esperti nel settore dell’allevamento e della genetica animale, viene utilizzato come strumento di valutazione delle prestazioni degli animali da allevamento in base a parametri come il peso, l’età e il sesso. Sulla base alle informazioni raccolte, viene calcolato un punteggio che indica l’efficienza di crescita degli animali.
Sebbene non esistano regolamentazioni specifiche per l’ICA, le norme e le regolamentazioni governative relative all’allevamento e alla produzione di prodotti animali, insieme alle linee guida e agli standard del settore, possono influenzare l’uso e l’interpretazione dell’ICA nella pratica dell’allevamento.
In tutto il mondo vengono comunque adottati standard rigorosi per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari di origine animale e per proteggere la salute degli animali e dei consumatori.
Gli organismi governativi responsabili della regolamentazione dell’allevamento, come il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, hanno stabilito regolamentazioni e linee guida per la gestione degli allevamenti e la tutela della salute degli animali e dei consumatori. Queste regolamentazioni includono anche norme per la produzione di carne e altri prodotti animali, tra cui le condizioni di allevamento, la nutrizione e la gestione sanitaria degli animali.
Inoltre, esistono organismi e associazioni di settore, come i consorzi di produzione, che definiscono standard per la produzione e la commercializzazione di prodotti di qualità, tra cui quelli ottenuti da animali da allevamento.
Questi standard possono includere requisiti relativi all’ICA e ad altri indicatori di performance degli animali.
Alcuni esempi di standard di riferimento a livello internazionale sono il Codex Alimentarius, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE). Inoltre, ci sono anche standard privati sviluppati da organizzazioni non governative, come il Global Animal Partnership (GAP), che stabilisce standard di benessere animale per la produzione di carne.
Migliorare la climatizzazione e aerazione degli allevamenti possono essere considerati parte di un approccio più ampio alla gestione dell’allevamento, un’approccio che tiene conto delle esigenze degli animali, dell’ambiente e anche della resa economica dell’allevamento stesso. Tutti fattori che contribuiscono a migliorare l’ICA e la sostenibilità dell’allevamento nel lungo termine.
Come abbiamo già accennato, una corretta gestione della climatizzazione interna può influenzare direttamente l’Indice ICA, perché gli animali da allevamento sono molto sensibili alle variazioni ambientali.
Il controllo delle temperature, dell’umidità e della qualità dell’aria contribuiscono a creare un ambiente confortevole e stabile per gli animali, riducendo lo stress termico e migliorando il loro benessere e la loro salute, tutti fattori che influiscono in modo positivo sulla loro crescita ottimale e si rivelano propedeutici per l’incremento della produzione di pollame, suini e mucche da latte, e di conseguenza sull’ICA.
Inoltre, un’adeguata climatizzazione può avere un impatto importante anche in termini di efficienza energetica dell’allevamento e contribuire a ridurre i costi energetici dell’allevamento, migliorando di conseguenza la sua sostenibilità e agevolando gli allevatori nel mantenere un’attività economica redditizia. Un’azienda florida aumenta le possibilità dell’allevatore di investire in tecnologie innovative e processi di gestione a miglioramento dei parametri di nutrizione e gestione sanitaria degli animali che possono, a loro volta, influenzare l’ICA.
Ultimo ma non meno importante, un’adeguato controllo climatico aiuta a garantire la conformità degli allevamenti alle normative ambientali e di benessere animale, migliorando di conseguenza la reputazione dell’allevamento e la fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti che vengono commercializzati.
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